Un post strano, per diversi motivi. Perché sono ormai sei mesi che non aggiorno questo blog. Perché siamo a ridosso delle vacanze (e in genere se ricominci a fare una cosa, decidi di farla da settembre, per poi rimandare fino al nuovo anno). Perché il contenuto di questo post non l'ho scritto io, ma potrei averlo fatto: perché ne condivido la visione, e sono inevitabilmente intrappolata come voi in un sistema che non vuol funzionare per tanti motivi, tra cui quelli elencati qui sotto.
Il post è scritto da Donald Draper, che ha creato il progetto Web Refugee contro la delibera AgCom che limita la libertà d’espressione nel web. Oggi lo ospito, domani è un altro giorno. Buone riflessioni.
Oggi tutti parlano di comunicazione integrata: le grandi agenzie si stanno attrezzando, acquistando talenti digital a destra e manca e dichiarando di aver rivoluzionato la loro struttura.
Il digital è l’unico settore cresciuto quest’anno (+18%) ma il volume di business non giustifica ancora tale repentino cambio di rotta delle agenzie multinazionali. E allora perché tutto questo interesse verso l’integrazione?
Per due ragioni.
La prima è che i profitti sono diventati così scarsi che oggi un’azienda di comunicazione non può permettersi di rinunciare a niente. L’advertising rende sempre più di tutto il resto ma se si riesce a portare a casa qualcosa anche con il digital è meglio. Tanto è vero che la specializzazione sta sparendo dalla circolazione. Le agenzie tendono a fare tutto: dal design alle digital pr.
La seconda ragione è che il digital è il below the line del futuro: non dedicarcisi significa perdere contatto costante con il cliente, oltre che dimostrare scarsa capacità di innovazione.
Questa repentina conversione alla comunicazione integrata, quindi, ha dietro di sé motivi economici più che filosofici. Continuo a vedere poche agenzie che ci credono davvero. Poche che hanno ai vertici manager illuminati che sanno cosa significhi mettere in atto un processo che coinvolga diverse discipline. Poche persone che vivano questa evoluzione con passione. Pochi creativi che abbiano una lucidità mentale in grado di sviluppare progetti altamente complessi.
E alla lunga queste carenze si faranno sentire, perché tutte le risorse a disposizione delle multinazionali saranno inutili se il loro DNA non sarà davvero integrato.
Tanti saluti da Bad Avenue.
Donald Draper.